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CUBA, UN’ISOLA NEL SOLE: VANZINA

by Feliciano Marcantonio

Avrete sicuramente letto della morte del regista Carlo Vanzina. Non era sicuramente il mio preferito, ma non ho mai assunto nei suoi confronti quell’atteggiamento di superiorita’ di una certa sinistra radical chic petalosa, quella che stravedeva per le cagate di Nanni Moretti. Se capitava non disdegnavo di vedere 10/15 minuti di qualche suo film, poi pero’ giravo perche’ lui era bravo a rappresentare i vizi e le virtu’ degli italiani. In realta’ erano di piu’ i vizi, per questa ragione che resistevo poco davanti ai suoi film, e’ una vita che mi imbatto in questi vizi in Italia ed in giro per il mondo, almeno quando guardo un film…cerco altro.   Eppure, a noi italiani, ci dipingeva esattamente come siamo, qualcuno potra’ dire “io non sono cosi” e magari e’ pure vero ma, in fondo in fondo….siamo quelli li’. Siamo quelli che inneggiano a chi ci fa scordare di essere stati un paese solidale ed accogliente, applaudendo quando si lasciano morire dei disgraziati in mare violando anche la prima legge del mare stesso, vecchia come il mondo, che impone un obbligo morale ad ogni natante di soccorrere chi e’ in difficolta’. Siamo quelli che dimenticano che ogni straniero che arriva in Italia deve rispettarne le leggi, le usanze e le tradizioni come facciamo noi (non tutti) quando siamo fuori dal nostro paese. Siamo quelli che insultiamo un giocatore di pallavolo perche’ fa vaccinare la figlioletta. Ovviamente il tutto restando ben nascosti dietro alla tastiera del pc. Siamo quelli che, quando lavoravo alle Seychelles, ma potrei fare altri esempi, beccavo il tipo che ogni due parole diceva “il mio amico Biagio Agnes” oppure “Il mio amico Franco Carraro” per farmi capire che era uno…che contava. Siamo quelli che, sopratutto durante i miei primi viaggi a Cuba, si ritrovava il fenomeno camajan nel sedile accanto e la conversazione era piu’ o meno questa. “Quanto paghi la casa de renta?” Io-15 cuc- “Ti inculano, io pago 10 e mi danno pure inclusa la colazione, l’almuerzo e la comida”. “Quanto paghi a mangiare?” –                  Non so….6/7 cuc- “Ti fregano…al massimo devi pagare 3 cuc come me” “Le donne le paghi?” -Diciamo che un regalino se lo aspettano- “Col cazzo!non pago per un ora quello che loro guadagnano in un mese, al massimo le regalo un cuarto di pollo” Poi lo guardavo…pancia prominente, aspetto trasandato, pantalone di flanella fin sotto l’ascella, sandalo….e capivo tutto. Siamo come quello che all’aeroporto di Holguin al metal ha fottuto lo smartphone ad un altro italiano, pinzato dalle telecamere sono andati a pescarlo a casa a Tunas; restituzione del maltolto e 600 cuc di multa e gli e’ pure andata di lusso. Siamo quelli che “io in policia conosco tutti, dal jefe ai sottoposti, basta pagare ed ottieni quello che vuoi” poi dopo l’ennesima cazzata viene accompagnato in aeroporto e per 3 anni non poteva rimettere piede nel paese. Siamo come quelli che, una volta non dato il dovuto alla fanciulla di turno, non escono di casa per 3 giorni per paura che i parenti di lei lo gonfino come una zampogna. Siamo quelli che, dopo aver raccontato a mezzo mondo di essere direttori di banca, dicono alla duena sotto gli occhi attoniti della fanciulla “prepara solo un desajuno, tanto lei mangia qualcosa dal mio piatto.” Siamo quelli che raccontano di essere in affari con Cuba, di muovere montagne di soldi, poi ci chiedono se possono portare in giro i nostri clienti per pochi cuc. Siamo quelli che mai un ristorante, mai una lattina di bibita in mano che non sia jugo natural, sempre a mangiare nel solito posto dove con 40 pesos risolvi la cosa. Siamo quelli che dopo 20 anni di Cuba non hanno un amico, una storia, un qualcuno che si occupi di loro se mai dovesse succedere qualcosa. Vanzina con gli italiani a Cuba ci avrebbe fatto 4 film.

Sorgente: CUBA;UN’ISOLA NEL SOLE: VANZINA

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