ANDARE IN MONTAGNA
Regole per l'escursionista responsabile
Per le tue escursioni in montagna, scegli itinerari in funzione delle tue capacità fisiche e tecniche, documentandoti sulla zona da visitare e dotandoti di adeguata carta topografica.
1-SE CAMMINI IN GRUPPO PREVEDI TEMPI DI PERCORRENZA IN RELAZIONE AGLI ESCURSIONISTI PIù LENTI:
Provvedi ad un abbigliamento ed equipaggiamento consono all’impegno e alla lunghezza dell’escursione e porta nello zaino l’occorrente per eventuali situazioni di emergenza, assieme ad una minima dotazione di pronto soccorso.
Di preferenza non intraprendere da solo un’escursione in montagna e in ogni caso lascia detto a qualcuno l’itinerario che prevedi di percorrere, riavvisando del tuo ritorno.
Informati sulle previsioni meteo e osserva costantemente lo sviluppo del tempo.
Nel dubbio torna indietro.
A volte è meglio rinunciare che arrischiare l’insidia del maltempo o voler superare difficoltà di grado superiore alle proprie forze, capacità, attrezzature.
Studia preventivamente itinerari alternativi di rientro.Riporta a valle i tuoi rifiuti.Rispetta la flora e la fauna.Evita di uscire inutilmente dal sentiero e di fare scorciatoie.
Rispetta le culture e le tradizioni locali ricordandoti che sei ospite delle genti di montagna.
2-ESCURSIONISMO:
-Note mediche e fisiologiche
Di seguito, vogliamo esporre alcune brevi note sui principali aspetti medici e fisiologici relativi all’attività escursionistica in montagna, tratte e rielaborate da varie pubblicazioni della Commissione centrale medica del CAI.
3-ATTENZIONE AI RAGGI SOLARI!
Tutti sanno che in montagna ci si abbronza di più, ma proprio per questo l’esposizione ai raggi solari ad alta quota richiede ben precise precauzioni, in particolare con riferimento ai raggi ultravioletti (UV), in modo da evitare dolorose scottature e vere patologie (indotte o aggravate), quali alcune fotodermatiti, l’orticaria solare o gli epiteliomi multipli cutanei.
4-FATTORI DI RISCHIO:
Salendo di quota, l’intensità dei raggi ultravioletti aumenta del 10 per cento ogni mille metri di dislivello.
A 3000 metri di quota l’intensità è quindi superiore di ben il 30 per cento rispetto al livello del mare.
Il periodo della giornata più a rischio, nel quale limitare se possibile l’esposizione al sole, va dalle 11 alle 15.
I mesi più a rischio sono invece giugno e luglio.
La neve riflette quasi totalmente i raggi ultravioletti, per cui trovandosi su terreno innevato si è esposti a una quantità pressoché doppia di raggi ultravioletti.
Molti profumi, lozioni, dopobarba e prodotti antiacne, specie se contenenti bergamotto, possono rendere l’organismo più sensibile all’azione dei raggi ultravioletti, come pure alcuni farmaci, in particolare antibiotici e diuretici.
5-PREVENZIONE SOPRATUTTO IN ALTA QUOTA:
è indispensabile proteggere il corpo con cappelli, occhiali e vestiti adeguati (attenzione quindi ai pantaloncini corti e alle canottiere).
Per quanto riguarda i prodotti solari, è bene tenere presente alcune considerazioni:preferire creme solari con Fattore Protettivo superiore a 20 per i raggi UVB, tenendo conto che in condizioni di utilizzo reali tale fattore di fatto può anche dimezzarsi;preferire prodotti che proteggono da tutti i tipi di raggi ultravioletti (UVB e UVA) e anche dai raggi infrarossi (IR);durante un’intensa attività fisica al sole, applicare la crema solare almeno ogni due ore, anche se è dichiarata “resistente all’acqua”.
La loro resistenza al sudore è infatti limitata;diffidare dei “prodotti abbronzanti”: una crema non può contemporaneamente essere abbronzante e protettiva;infine, un’esposizione prolungata è molto più pericolosa di esposizioni brevi e frequenti.
6-TROPPO CALDO, CHE FARE?
Quali sono i disturbi che il caldo, l’insolazione o altro possono provocare in montagna?
-La disidratazione: una prolungata esposizione a temperature elevate può comportare un’eccessiva perdita di liquidi attraverso la sudorazione, fino ad arrivare in casi estremi a un vero e proprio collasso.
La disidratazione può essere favorita da vari fattori: condizioni fisiche non ottimali, elevata sudorazione, episodi di vomito o diarrea, alta umidità ambientale, scarsa ventilazione, attività fisica intensa o prolungata, abbigliamento inadatto (abiti troppo pesanti o poco traspiranti).
A livello preventivo occorre prima di tutto molto buon senso, limitando per quanto possibile l’esposizione ai fattori di rischio sopraelencati, bevendo ovviamente molta acqua, anche in assenza della sensazione di sete.
Il colpo di calore: è dovuto ad un repentino aumento della temperatura corporea, che può arrivare in breve tempo fino a 40 – 41 gradi.
Il colpo di calore in genere è preceduto da mal di testa, vertigini, stanchezza, con un notevole aumento della frequenza del polso e del respiro.
La pelle si presenta molto calda e arrossata, e in casi estremi si può arrivare alla pe.